Siamo tutti delle pecore

  Versione 1.0   ?

Riflettevo oggi su come le persone ormai si stiano omologando sempre più alla "normalità", a quella normalità che quasi sembra proteggerci dalle critiche, privandosi del tesoro più grande che abbiamo: essere noi stessi.

Posso osservare che essere diversi, anche in positivo, sta diventando un problema in ogni ambito. Solo se eccelli negli stereotipi imposti dai media sei apposto: se consumi, se fai viaggi, se ti diverti, se hai una ragazza bellissima (secondo i canoni dei media), se hai un fidanzato ricco, se hai un lavoro ben pagato, ecc.

Da qui potrei tirar fuori una prevedibile discussione su tutte quelle persone che seguono gli altri senza essere loro stesse, ma vorrei invece mostrare un punto di vista diverso dai soliti che oggi ha rafforzato delle mie convinzioni.

Pensando a tutte quelle persone sicure di sé, che seguono un ideale con grande convinzione ed in completa solitudine, ho notato che non sono poi così diverse da quelle che normalmente vengono disprezzate per la loro tendenza ad omologarsi alla massa.

Chiunque di noi segue sempre una sua guida, che sia la scienza, un tipo di musica, un ideologia politica o sociale, un culto religioso e ovviamente anche la stessa massa. Sotto questo punto di vista siamo tutti delle pecore, perché ognuno di noi ha in un certo senso il suo pastore indipendentemente da quello che decidiamo.

E' vero che noi siamo liberi di scegliere il nostro pastore, ma è anche vero che possiamo scegliere solo in base a quello che conosciamo, in base alle scelte che la vita ci presenta. Non possiamo fare una scelta di cui non ne immaginiamo l'esistenza.

Accade cosi che se vogliamo essere noi stessi, seguiamo qualche film o qualche situazione che in passato ci suggeriva di esserlo. Se decidiamo di essere altruisti lo facciamo perché abbiamo visto che ci conviene, oppure perché lo dice il nostro culto religioso. Allo stesso modo, chi vive istintivamente, può farlo perché nella sua esperienza di vita ha scelto degli esempi che gli hanno fatto vedere che essere tali era positivo.

Questo fa di noi delle "pecore", in quanto siamo spesso costretti a seguire degli esempi o insegnamenti di vita.

Cosa possiamo fare per migliorare la nostra vita da pecore?


Per capirlo basta fare un semplice esempio. Se un gregge ha un solo pastore cattivo, non può comunque abbandonarlo perché rimane la sua unica guida. Immaginiamo che questo gregge abbia 10 pastori, sicuramente le pecore sceglierebbero il pastore che più le fa stare meglio, in base a ciò che desidera la singola pecora.

La libertà delle pecore è quindi limitata dal numero di pastori che può scegliere, cosi come la nostra libertà è limitata dalle guide che conosciamo. E' inutile illudersi di essere in grado di guidarsi da soli, seguire noi stessi significa limitarsi a seguire gli insegnamenti del nostro campo di esperienza, cosa che è estremamente limitata. Invece, ampliando i confini della nostra mente, possiamo scegliere ogni giorno la guida che più ci aggrada.

Anche oggi quindi arrivo alla conclusione che la conoscenza degli altri, di altre esperienze, di altri modi di vivere, può farci essere ancora più liberi, essere capaci di scegliere il pastore che più ci fa stare meglio in base a ciò che desideriamo per noi stessi.

Quando ci limitiamo ad ascoltare solo la campana più forte o più melodiosa, finiamo spesso di essere vittime di pastori che, approfittandosi della nostra ignoranza, ci usano come meglio credono. Questo succede nella politica, nella musica, nello sport, ovunque.

Siate delle menti aperte, approfondite più punti di vista possibili, solo cosi sarete davvero liberi.
"Il pastore cerca sempre di convincere il gregge che gli interessi del bestiame e i suoi sono gli stessi
Stendhal

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