La storia delle cose

La storia delle cose è un film del 2007 diretto da Louis Fox. Si tratta di un documentario web riguardo il ciclo vitale degli oggetti.

Il documentario, rilasciato online il 4 Dicembre 2007, è narrato da Annie Leonard, diplomata a Barnard College e laureata a Cornell University in "pianificazione di città e regioni".

Il documentario è sponsorizzato dalla Tides Foundation. Secondo il sito, il documentario è già stato visto oltre 7 milioni di volte. Ralph Nader, un noto politico americano, ha definito il film "Un modello di chiarezza e motivazione". [Wikipedia]

Per questo motivo voglio condividere con voi il video, che (a tempo perso) ho cercato di trascrivere per voi, dato che non ho trovato nessun sito che lo avesse fatto per permettermi un comodo copia&incolla.

Prima o poi qualcuno lo doveva fare.

Lo scopo di questo intervento è ovviamente la divulgazione, potete quindi copiarlo interamente nel vostro blog (e se volete mettete come fonte il link a questo intervento). Ecco a voi il testo e il video:

"Vi siete mai chiesti da dove vengono le cose che utilizziamo quotidianamente? Sinceramente me lo sono chiesto poche volte e quel poco che già sapevo era solo frutto dei miei studi universitari e di sicuro non un interesse che partiva da me. Tempo fa un mio amico ha postato su Facebook il video “La storia delle cose”. Sono rimasto folgorato dalla semplicità con cui sono stati trattati argomentazioni abbastanza complesse e tutte volte alla comprensione di un unico messaggio: il mondo per come va oggi non può andare avanti ancora per molto.
Avrei tanto voluto sbobbinare l'intero video e riportarlo parola per parola ma per ovvi motivi non ho voluto vista anche la maggiore efficacia del supporto video. Ci tenevo però al fatto che il contenuto di ciò che che veniva trattato venisse indicizzato dai motori di ricerca e per fare ciò ho ritenuto opportuno fare perlomeno un riassunto che trattasse brevemente tutti i punti importanti cosi che qualche anima che è interessata all'argomento verrà indirizzata da Google al video che tanto mi ha colpito.Ormai ci stiamo accorgendo tutti che c'è qualcosa che non va in questo pianeta in ogni sfera, il cibo, il sesso, la religione, le auto, la scuola, i vestiti, le malattie, la politica ecc... Molti, soprattutto i nostri genitori, ripetono continuamente che questo mondo sta andando in rovina e nessuno credo possa negarlo.
La questione è che uno dei problemi principali è che consumiamo troppe risorse e le consumiamo male.
Tutti sappiamo, dalla scuola o per cultura personale, che il ciclo dei materiali di consumo sia strutturato nel seguente modo:
  1. Estrazione delle materie prime
  2. Produzione dei beni di consumo
  3. Distribuzione dei beni di consumo
  4. Consumo
  5. Smaltimento dei rifiuti
Ci sarebbe tanto da dire su ognuno di questi stadi dell'economia dei materiali ma prendendo esempio dall'illuminante Annie Leonard (la donna nel video) si sorvolerà su tutto ciò che potete ricercare tranquillamente sui libri e dirvi ciò che c'è nascosto tra questi 5 anelli della catena.
La prima cosa da dire è che ogni stadio del sistema si scontra con i propri limiti, sia in termini di risorse umane (fisiche e mentali) sia in termini di risorse naturali. Ciò di cui si tratterà saranno proprio i limiti connessi ad ogni stadio.
La premessa importante da fare è il ricordare che ogni fase del sistema è portata avanti da noi, noi esseri umani, che per comodità saranno divideremo in persone, governi e multinazionali. Tra le maggiori economie mondiali il 51% sono multinazionali e il 49% sono i governi. Questo spiega l'atteggiamento servile di molti governi, (soprattutto quelli meno ricchi) nei confronti delle multinazionali permettendo a loro di fare i loro comodi nel loro territorio nazionale al di sopra delle leggi ambientali e dei diritti umani.
Premesso ciò cominciamo a parlare dell'estrazione delle materie prime. Il primo limite con cui il sistema si scontra è l'esaurimento delle risorse perché i consumi sono troppo elevati. Negli ultimi 30 anni il 33% delle risorse naturali sono state consumate in modo irreparabile. Spesso si parla di processi ecosostenibili, ossia di processi di estrazioni fatti in modo tale che il nostro pianeta abbia
il tempo e il modo di rigenerarle. É palese che tutto ciò oggi non è la realtà.
Gli USA hanno il 5% della popolazione mondiale, consumano il 30% delle risorse naturali e producono il 30% dei rifiuti. Questo significa che se tutta la popolazione mondiale consumasse a questo livello servirebbero 4-5 pianeti, ma purtroppo ne abbiamo solo uno e nonostante ciò consumiamo più risorse di quante ce ne spettino. Per sostenere questo “lusso”, i paesi industrializzati prendono risorse da altri paesi meno industrializzati, ciò che noi chiamiamo il terzo mondo. Ma questo non è tutto. Attualmente Il 75% delle riserve di pesca è utilizzato al di sopra delle loro capacità, l'80% delle foreste è stato abbattuto. In Amazzonia si tagliano 2000 alberi al minuto, l'equivalente di 7 campi di calcio al minuto! Tutto questo va a discapito dei paesi sottosviluppati, che sono tali proprio perché noi paesi industrializzati abbiamo preso ciò che spettava a loro.


Le materie prime, in qualsiasi modo vengano estratte, in ogni caso vanno a finire nei processi di produzione dove nascono altre problematiche. Le materie prime, utilizzando le fonti di energia del pianeta, vengono combinate a sostante tossiche per produrre beni di consumo. Con questa ottica un bene di consumo equivale ad un prodotto contaminato. Attualmente in commercio ci sono 100'000 prodotti chimici sintetici, solo una piccola parte di essi è stata testata per l'impatto sulla salute umana e per nessuno di loro è stato determinato l'effetto della combinazione con le sostanze a cui stiamo a contatto quotidianamente. Ovviamente parlo di ogni cosa: cibo, vestiti, oggetti, medicinali ecc. La conseguenza di ciò è che peggiora la salute umana e per provarlo basterebbe dire che ciò che viene colpito di più da questa contaminazione è il latte materno, il cibo
per eccellenza per la razza umana. Molte donne in età fertile lavorano nelle industrie a contatto con questi agenti tossici. Ma chi, potendo scegliere, farebbe questa vita? Penso nessuno ma purtroppo questo sistema ha creato un comodo flusso di “persone che non hanno altra scelta” e pur di vivere lavorano in condizioni disastrose, a discapito non solo della loro salute ma anche di quella della loro progenie. Quanti di noi hanno sentito storie di persone che sono andate via dal nostro bel paese per andare a lavorare nelle fabbriche al nord? Questo purtroppo è un dato di fatto, è un altro limite a cui si ci scontra, limite che riguarda le risorse umane. Oltre a ciò si aggiunge l'inquinamento, inquinamento che si è pensato di limitare spostando le industrie in zone del terzo mondo ma che di fatto è stato un tentativo inutile perché l'inquinamento lo pagano tutti con l'effetto serra, lo scioglimento dei ghiacciai, i cambiamenti climatici ecc.
Quando tutti le risorse vengono trasformate in prodotti essi vanno venduti, consumati e per fare ciò esiste la distribuzione. Lo scopo della distribuzione è di vendere i prodotti nel modo più veloce possibile tenendo bassi i prezzi, convincendo le persone a comprare e facendo ruotare le scorte.


Per fare tutto questo esistono molti espedienti.
Per tenere bassi i prezzi il personale delle catene di distribuzione è sottopagato e si esternalizzano i costi. Voi direte: “Che significa esternalizzare i costi?” – Significa che i costi reali per un acquisto non sono inclusi nel prezzo cosi che riusciamo anche a trovare una radio a 4 euro. E allora chi paga quello che noi risparmiamo? Lo pagano i bambini che lavorano in Cina, i minatori del Sud Africa e tutti quei paesi in cui è possibile avere manodopera a bassi prezzi e senza rispettare leggi ambientali, di sicurezza sul lavoro e dei diritti umani. Ma come lo pagano? Di sicuro non lo pagano con i soldi, ma lo pagano con il loro futuro, con la loro cultura, salute e tutto ciò che ogni uomo dovrebbe avere per diritto.


Questo stratagemma però non è l'unico e nemmeno il più importante. Ciò che muove tutto l'ingranaggio è il consumo dei paesi industrializzati e i governi e le multinazionali fanno di tutto per proteggerlo. Non a caso dopo l'11 Settembre Bush disse agli americani di continuare a consumare e all'inizio della crisi mondiale molti leader dei governi l'emularono nel far "coraggio" alla propria nazione. Ma perché le industrie hanno bisogno che noi consumiamo in modo sproporzionato per rimanere in vita? É oramai fin troppo chiaro che c'è qualcosa che non va.
Oramai il nostro valore viene misurato da quanto contribuiamo al consumo, ossia da quanto spendiamo per le nostre macchine, case, vestiti accessori ecc. il 99% delle cose che comprano negli USA viene distrutto dopo 6 mesi. Questo significa che il 99% di quello che a carissimo prezzo si estrae e si produce viene buttato! Può andare avanti un sistema strutturato in questo modo?


Prima le cose non erano cosi e i nostri nonni lo sanno bene. Oggi un americano medio consuma il doppio rispetto a 50 anni fa e ciò non è successo per caso. Dopo la seconda guerra mondiale le multinazionali cercavano un modo per mandare avanti l'economia e un analista americano importante formulò questo concetto:


“La nostra economia è incredibilmente produttiva e ci richiede di elevare il consumismo al nostro stile di vita, di trasformare l'acquisto di merci in rituali, di far si che la nostra realizzazione personale e spirituale venga ricercata nel consumismo. Abbiamo bisogno che sempre più beni vengano consumati, distrutti e rimpiazzati ad un ritmo sempre maggiore.”


Se pensiamo che ciò veniva detto 50 anni fa oggi è assolutamente vero la cosa fa un po' rabbrividire. La gente però non è stupida e le multinazionali hanno trovato il modo per farci accettare piano piano, da 50 anni, questo sistema. Il trucchetto sta nell'obsolescenza, più precisamente quella pianificata e quella percepita.
Per definizione, un oggetto diventa obsoleto quando diventa troppo antica, quando nessuno la usa più.
L'obsolescenza pianificata è un fattore di cui le industrie tengono conto per fabbricare degli oggetti che possano diventare obsoleti nel tempo che loro hanno deciso, un tempo tale da non far pensare al consumatore che l'acquisto sia scadente e tale da non permettergli di tenere la stessa cosa per anni. Quanti dei nostri nonni o zii hanno registratori o elettrodomestici che vanno benissimo dopo 10-20 anni? Si potrebbe dire lo stesso degli elettrodomestici attuali? Questo concetto si estende a tutti i prodotti, dalle fotocamera usa e getta, ai DVD, ai CD fino ad arrivare a nostri PC, tutto viene progettato per fare in modo che noi possiamo continuare a consumare. Sembra una cosa sensata cambiare un intero PC quando l'unica cosa che non va più bene è la scheda madre? Per le multinazionali si, cosi dopo qualche anno compriamo un bel PC nuovo e buttiamo il vecchio (si può solo buttare).
Purtroppo nemmeno questo basta all'economia perché con il tempo le persone imparano ad avere cura dei propri oggetti e a farli durare. Dato che non si rompono abbastanza velocemente si è arrivati a fare uso dell'obsolescenza percepita. É ciò che ci fa disfare di qualcosa non perché si è rotta o non funziona ma perché noi lo vediamo brutto, vecchio, sorpassato. L'esempio migliore è la moda, ogni anno cambiano il tipo di tacco o punta delle scarpe, i particolari dei vestiti ecc. Perché fanno ciò? Questo perché cosi tutti possono sapere se non si ha contribuito al consumo e ti fanno apparire diverso dagli altri. Dato che oggi il nostro valore è legato a quanto consumiamo non meravigliamoci se per molte ragazze risulta imbarazzante sentirsi dire che ciò che si indossa è fuori moda. E' un continuo lavaggio del cervello.


Il ruolo decisivo per trasmettere l'obsolescenza percepita lo hanno i media e lo fanno sotto-forma di pubblicità. Se ci pensiamo bene, quale è lo scopo della pubblicità? Trovare modi simpatici e indolori per dirci che il detersivo che usiamo non va bene, i vestiti che usiamo sono fuori moda, il nostro corpo non va bene, la nostra alimentazione non va bene e cosi via. Tutto però andrà “bene” se andremo a comprare le cose che ci dicono loro e finalmente saremo accettati da tutti.
La verità è che la pubblicità nasconde tutto quello che c'è dietro ai prodotti che acquistiamo, tutto quello che è stato detto fino ad ora e non solo. Tutto ciò non fa altro che diminuire la nostra felicità facendoci sentire non accettati per una parte di noi stessi o, se si è molto suscettibili, totalmente non accettati. Abbiamo sempre più cose rispetto ai nostri genitori o nonni, eppure siamo più infelici di loro. Perché accade? Semplice: non abbiamo più il tempo per fare ciò che ci rende felice.
In genere le tre cose che una persona fa più spesso sono: lavoro (o studio), shopping, visione dei media (TV, radio, internet ecc..). Al giorno d'oggi, ad esempio negli USA, queste attività sono fortemente legate da un circolo vizioso:
  • Lavoriamo con sudore per guadagnarci da vivere, arriviamo a casa e guardiamo la TV.
  • La TV però ci dice che noi non andiamo bene e andiamo a fare un shopping.
  • Quando facciamo shopping spendiamo più soldi, quindi bisogna lavorare di più.
  • Il troppo lavoro toglie tempo per hobby e attività, quindi è meglio rimanere a casa comodamente a guardare la TV. Questo ci fa guardare ancora più TV.
  • Ma la TV ci dice ancora più volte che non andiamo bene e torniamo a fare ancora più shopping.
  • E cosi via...
Cosa succede poi a tutte le cose che consumiamo? Molti le conservano ma ai ritmi di consumo che abbiamo non è possibile conservare tutto, quindi diventano rifiuti, troppi per il nostro pianeta. Tutti questi rifiuti, che prima erano prodotti contaminati, vanno nelle discariche o negli inceneritori. Le discariche inevitabilmente inquinano e gli inceneritori addirittura incrementano la tossicità dei prodotti tossici combinati alle risorse naturali inizialmente estratte. Non a caso gli inceneritori sono la fonte primaria della sostanza più tossica mai creata dall'uomo, la diossina.
I paesi industrializzati però non vogliono o non possono produrre questo inquinamento, quindi esportano i rifiuti nel terzo mondo dove non hanno norme da rispettare.
Molti oggi si sfogano sul riciclaggio con campagne pubblicitarie e varie iniziative, tutti dovremmo riciclare, ma anche riciclando il 100% di quello che consumiamo non risolveremmo nulla. I rifiuti che producono le fabbriche sono 70 volte i rifiuti prodotti dai consumatori.
Come vedete in ogni stadio ci sono delle cose che non vanno bene, che vanno cambiate ma almeno l'aspetto positivo e che ci sono tante cose su cui intervenire: la protezione dell'ambiente, far rispettare le norme sulle produzioni eco-sostenibili e non inquinanti, far rispettare i diritti dei lavoratori, introdurre delle norme per un commercio equo, informare i cittadini e i governi su un consumo consapevole e su una diminuzione e miglior gestione dei rifiuti, eleggere dei governi che non siano marionette delle multinazionali.
Solo cosi il sistema ECOSOSTENIBILE, sperando di eliminare del tutto il quinto stadio dello smaltimento e sostituirlo con il primo stadio dell'estrazione da ciò che consumiamo:
  1. Estrazione
  2. Produzione
  3. Distribuzione
  4. Consumo
Le tecnologie per fare ciò sono realtà e già si sta facendo tanto: chimica verde, zero rifiuti, produzioni a circolo chiuso, energie rinnovabili, economie locali ecc...
Ricordate che questo sistema è stato creato dall'uomo, quindi da noi può essere anche cambiato e modificato. Purtroppo ci sarà sempre chi per paura o per ignoranza si opporrà, ma da quello che avete visto oramai sapete le conseguenze dei nostri consumi. Se non volete che facciamo una brutta fine è bene cominciare a consumare di meno, in modo intelligente, sono sicuro che anche le vostre tasche saranno più felici."

Tutti questi argomenti saranno trattati nei post futuri, sperando di scrivere qualcosa di vostro interesse nel modo più chiaro possibile.

So che alcuni staranno pensando a come proteggere se stessi dopo aver visto il video ma purtroppo vi dico subito che non esiste nulla che possa salvarvi se si continua con questa mentalità egoista. L'unico modo è fare il nostro dovere in ogni caso, avendo fiducia che gli altri facciano lo stesso. Se tra 40 anni moriremo per questi motivi, almeno andremo via con la coscienza pulita.

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