Quando si è pronti per la democrazia?
La
comunità cinese in Italia è molto numerosa. Nonostante tutto ci
sono molte barriere tra i cinesi e gli italiani.
Dopo
tanti anni ho avuto finalmente l'occasione di conoscere un cinese
vissuto in Cina e che parla bene l'italiano. Grazie a questo
fortunoso incontro è scaturito un fruttuoso scambio culturale:
politica, religione, usi e costumi, mentalità e tanti altri
argomenti mi hanno permesso di completare ancora di più la mia
visione generale dei popoli del pianeta.
Ovviamente
non poteva mancare il dibattito sulla democrazia, visto che in Cina è
ancora assente nonostante il tenore di vita nazionale sia in ascesa.
Una
riflessione che vorrei condividere oggi con voi è questa: il
resto del modo è pronto per la democrazia?
Cominciamo
il nostro discorso partendo da questa statistica:
Come
vedete solo il 15,7% dei cinesi sarebbe a favore della democrazia, il
29% (19,1% + 9,9%) è addirittura contrario ed il 47,9% anche se non
si opporrebbe a questo cambiamento, ritiene che la democrazia sia
qualcosa di irrealistico in un paese come la Cina.
Ma
cosa accadrebbe se all'improvviso domani in Cina ci fosse la
democrazia?
La
storia insegna che spessissimo i popoli dominati per lunghi periodi,
una volta vinta la propria rivoluzione, hanno peggiorato il loro
stato sociale pur evolvendo in una democrazia.
In
Russia, dopo la fine del comunismo, molti stati sono rimasti poveri e
con ancora meno diritti. Un mio amico russo mi raccontava che una
volta, anche se erano poveri, tutti lavoravano ed avevano diritto
gratuitamente a sanità, sicurezza efficiente, scuola, università,
ecc... Il problema però è che in Russia non ci fu mai il comunismo
vero e proprio, poiché è sempre stata comandata da dittatori che
gradualmente impoverivano sempre di più il popolo.
L'altra
grande realtà dei regimi dittatoriali è rappresentata dalla Cina.
Dal 1967 in poi tra Cina è Russia ci fu una lite con una separazione
definitiva, proprio perché la Cina non condivideva l'ideale di
comunismo che si era creato in Russia dicendo che i capi ne avevano
cambiato il significato a loro vantaggio, accusandoli di
revisionismo.
Il
comunismo cinese ha avuto quindi un percorso diverso da quello Russo:
si era partiti con un un dittatore dal potere assoluto e si è
arrivati ad oggi dove 8-9 membri storici del partito comandano
l'intero paese. I Cinesi ancora non hanno diritto a scegliere i loro
governanti, però le loro condizioni di vita sono decisamente
migliorate rispetto a 20 anni fa.
Oggi
i cinesi desiderano acquistare una casa, sposarsi con un bel partner, laurearsi e di uscire dalla Cina
grazie alle loro conoscenze; tutti obiettivi molto simili a quelli
delle popolazioni occidentali.
Tuttavia,
la democrazia non è ancora una delle loro priorità.
Adesso
ci sarebbe da fare un discorso sul controllo delle masse ma il post
diverrebbe troppo lungo. Vi basti sapere che la versione ufficiale
del governo è: “Non
siamo ancora nel comunismo, questa è solo una fase in cui è ancora
necessario che ci sia il partito al vertice del comando”.
E
questo alla maggior parte dei cinesi va bene. Proprio come in ogni
dittatura c'è il partito che si occupa di tutto. Per
quasi 4000 anni il popolo cinese non ha mai dovuto e potuto metter
parola sulle decisioni del paese. Se domani ci fosse la democrazia,
il popolo cinese sarebbe capace di gestirla?
Non
basta aver libero accesso ad internet per potersi considerare in
democrazia. Democrazia è anche responsabilità sociale, è senso di
giustizia, fare in modo che la legalità trionfi anche se non c'è il
governo come cane da guardia.
Se
un ragazzo sta chiuso in casa e protetto fino a 20 anni, se la
famiglia lo lascia libero da un' giorno all'altro, come pensate che
gestirà l'enorme libertà che gli è stata concessa?
Per
i popoli è la stessa cosa:
- in Russia i più furbi sono diventati potenti, ritrovandosi con Putin dominatore incontrastato anche se ufficialmente si è in democrazia.
- Dopo la primavera araba ci sono ancora caos e guerre per la conquista del potere.
Ogni
popolo che ha realizzato una rivoluzione, senza una solida educazione
alla democrazia, ha sempre peggiorato le cose.
E
poi ci sono gli Stati Uniti che spesso con la scusa di voler
importare all'estero il loro modello democratico aprono le porte ad
una globalizzazione aggressiva che toglie potere e libertà di azione
alle democrazie appena nate. Le due vignette estere che seguono sono
un esempio:
Le
ho tradotte per facilitarvi la comprensione. La prima dice che il
governo attuale impedisce agli USA un “invasione” da parte loro.
La seconda invece ci dice che l'invasione consista nell'accaparrarsi
dell'enorme potenziale economico cinese.
In
Cina tutto è nazionalizzato, tutto è pubblico, comprese le banche;
in questo senso è un esempio per tutti. Dato che i cinesi sono più
di 1 miliardo e 300 milioni, cercate di capire quanto guadagno
potrebbe esserci per una multinazionale che entra nel mercato cinese
La
Cina ha un corredo linguistico molto chiuso. La stragrande
maggioranza dei Cinesi muore senza mai essere stata capace di leggere
qualcosa con caratteri latini, il che permette al governo cinese di
filtrare efficacemente ogni fonte di informazione.
In
più, l'essere dominati per più di 4000 anni fa si che i cinesi
siano socialmente “plasmati” per essere comandati da un capo e
che abbiano proprio l'assenza di una cultura democratica.
Sarebbe
facile se un paese come gli USA (recentemente definito il paese più
libero del pianeta) guidasse il loro percorso, ma purtroppo la buona
fede non è una delle migliori qualità americane: probabilmente
sarebbero invasi da un capitalismo troppo aggressivo che li
ridurrebbe più poveri e disoccupati dell'Italia di oggi.
Fatto
sta che è necessario che anche in Cina arrivi la democrazia.
Una
soluzione sarebbe un educazione civica alla democrazia basata su
valori sani e positivi, ma dubito che il governo attuale abbia
interesse ad incentivare questo cambiamento. Per i vertici del potere
è sicuramente meglio rimanere in un eterna “fase iniziale del
comunismo”.
Un'adeguata
educazione alla democrazia sarebbe un ottima base per limitare il
caos iniziale di un popolo che improvvisamente conquista tanta
libertà mediante una rivoluzione.
Proprio
come dei buoni genitori insegnano ai figli a gestire la loro libertà,
così tutti i i popoli andrebbero educati.
Anche
le democrazie consolidate hanno un problema di educazione alla
democrazia, e l'Italia è uno di questi.
La
democrazia è libertà, sia nel bene che nel male: così come si è liberi di vivere come in
Svezia, Danimarca o Norvegia, si è anche liberi di fare la fine di Italia, Grecia, Brasile, ecc..
La qualità della democrazia dipende dalla qualità del popolo sovrano
Ecco
perché un popolo cinese, o egiziano o libico, finirebbe per
rovinarsi con le sue mani anche in un regime democratico.
Il
mio confronto con un esponente del popolo cinese mi ha regalato un
nuovo insegnamento:
I popoli devono meritarsi la democrazia
Una
democrazia imposta non è
sufficiente, sarebbe come lasciare libera nella giungla una tigre che
è sempre vissuta in cattività.
Per una corretta maturazione di uno stato democratico è necessario il confronto con altre nazioni. Riflettiamo un
attimo:
- Russia e Cina sono isolate linguisticamente.
- Cuba è isolata geograficamente.
- Molte nazioni africane sono isolate sotto l'aspetto religioso e culturale.
I popoli
isolati possono essere facilmente manipolati, il che non è mai un
bene quando nasce un nuovo governo.
Questa cosa
fortunatamente non è accaduta alle democrazie europee. La Francia
ad esempio, dopo la rivoluzione francese, ha avuto anni durissimi
dalla ghigliottina facile. Senza il confronto con gli stati vicini
molte democrazie attuali forse oggi sarebbero monarchie o dittature.
Quindi,
prima di giudicare gli altri governi che non sono democratici,
chiedetevi quale percorso serve per arrivare alla vera democrazia.
Comprendendo questo forse capiremo che anche gli italiani, i francesi
o gli americani, hanno ancora tantissima strada da fare per dare
pieni poteri al popolo.
Sperando che
abbiate apprezzato la mia riflessione, ci sentiamo alla prossima.
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