Versione 1.3 ?
Quando si vive una relazione di coppia, indipendentemente dalla sua importanza, c'è sempre la possibilità che genitori, fratelli, parenti o amici tendano, anche senza accorgersene, ad intromettersi.
I motivi possono essere molteplici, a volte lo fanno per aiutarci o proteggerci, altre volte per controllarci ma, in ogni caso, quando si invadono le relazioni di altri senza permesso, non è mai una cosa bella.
Ma quando questo potrebbe rappresentare un problema?
La differenza tra consigliare ed intromettersi a volte è molto sottile. Un genitore che si intromette nella relazione del proprio figlio, non solo aggiunge difficoltà ad un rapporto che è già di per se complicato al giorno d’oggi, ma gli dà la prova della sua mancanza di fiducia. Questo non fa altro che danneggiare la fiducia in se stessi, che è fondamentale se si vuole riuscire a far funzionare una relazione di coppia.
Proviamo a fare un esempio semplice: immaginiamo un genitore che tratta il figlio maggiorenne come un bambino, che gli dice come vestirsi, come mangiare, come comportarsi con gli altri, come spendere i soldi ecc. Senza che siano richiesti consigli. Come può un figlio acquisire stima di sé quando ogni suo spirito di iniziativa viene soffocato dall’esperienza e dall'autorità di un genitore?
Ho parlato con qualche genitore di questo problema, ovviamente anche con miei. Praticamente 9 volte su 10 mi sono sempre sentito dire: "quando avrai figli tuoi, capirai". Io capisco solo che, se mi farò vincere dalla paura, farò di tutto per controllare le azioni dei miei figli proprio come fanno molti genitori.
Per questo motivo è necessario impegnarsi al massimo per fare in modo che questo non accada, proprio perché, come con tutte le decisioni motivate dalla paura, è inevitabile fare dei danni (capisco che non molti capiranno questa frase).
I ragazzi che cominciano le prime relazioni sentimentali, se sentono che l’intromissione degli altri diventa un imposizione o una sorta di controllo, rischiano di essere davvero svantaggiati perché:
- se assecondano l'invadenza possono diventare dipendenti dall'aiuto dei genitori.
- se sopportano l'invadenza, avranno una relazione ancora più difficile da affrontare
- se si scontrano con l'invadenza, si rischia di diventare nemici a vita (e non sto esagerando).
Quando in una relazione si instaura l’abitudine all’intromissione della famiglia, ogni decisione della coppia diventa un "affare di stato" e per realizzare un qualsiasi progetto di vita bisogna accordarsi con 3, 4, 5 persone!!! Non è così che dovrebbe andare, soprattutto se in questi casi anche la Bibbia si dimostra più moderna di tanti genitori di oggi:
"Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne"
Genesi 2,24
Il partner che vive una relazione del genere si sente soffocato, si sente mancare quella libertà che è indispensabile per raggiungere il fine ultimo di ogni coppia: la felicità.
Le interferenze familiari vanno bloccate sul nascere, mettendo subito i paletti su quali siano i limiti entro i quali è possibile intromettersi.
Per rendere possibile ciò, la coppia deve rimanere unita e compatta il più possibile: ogni partner deve avere il coraggio di affrontare i propri genitori, o altri familiari, cercando di fargli capire che se gli impongono la loro mentalità finiranno per causare danni. E poco importa se da giovani i genitori si sono trovati bene con le interferenze della famiglia, probabilmente nemmeno si rendono conto del male che gli è stato fatto, pur avendo ricevuto sicuramente dei vantaggi.
La cosa più importante che dovete ricordare è che non potete distruggere quello che i vostri genitori pensano da una vita; se volete che cambino idea in modo naturale, dovete fornirgli un modo alternativo per aiutare le creature che amano di più al mondo, confrontandovi e trovando una soluzione che sia positiva per tutti. Una delle migliori alternative che mi vengono in mente è quella che vi espongo adesso.
Una coppia appena formata andrebbe immaginata come un bambino ai suoi primi anni di vita che, se si desidera che cresca bene, andrebbe educato nel migliore dei modi.
Maria Montessorri, una delle grandi pedagogiste Italiane a livello mondiale, riassumeva l’educazione del bambino con sole 5 parole: "
aiutami a fare da solo".
Questa è una lezione di vita che non scorderò mai, perché non vale solo con i bambini, ma vale in tutti gli ambiti. Il metodo Montessorri esalta la fiducia in se stessi dando modo al bambino di soddisfare i suoi interessi, ma entro i limiti dell’educazione. Per me, se fossi un genitore o un nonno, userei proprio questa filosofia con la mia progenie.
L’atteggiamento migliore, secondo il mio punto di vista, è intervenire nelle relazioni solo se ci viene richiesto, ovviamente sempre se lo riteniamo opportuno. Non c’è cosa più bella di aver le spalle coperte ogni volta che abbiamo bisogno di un consiglio, un appoggio, o qualsiasi aiuto. La cosa brutta è invece essere sottomessi agli altri, accettare l’aiuto che ci offrono anche quando non ci serve solo per non perdere l’opportunità di essere aiutati quando davvero ce ne potrebbe essere bisogno.
Alcune volte le richieste di aiuto non sono esplicite, vanno sapute interpretare, e mostrarsi sempre disponibili è fondamentale per fare in modo che la coppia a cui vogliamo bene ci interpelli il prima possibile quando ha bisogno di un aiuto o un consiglio.
Questa filosofia la applico anche ora, visto che piano piano sto diventando un 'esperto' delle relazioni di coppia. Se io andassi a psicanalizzare ogni coppia di amici, se andassi ad impicciarmi e ad indottrinare gli altri sul come comportarsi, non solo farei un enorme atto di presunzione ma finirei per sprecare energie quando non servirebbero, innalzerei nei miei amici un muro di difesa che gli impedirebbe di parlarmi dei loro problemi anche quando magari ne potrebbero aver bisogno. Per questo motivo, se posso dare una mano, preferisco confrontarmi solo con chi me lo chiede esplicitamente.
Questo metodo lo ritengo molto positivo perché, proprio come con i bambini, si aiuta la coppia a diventare autosufficiente e ad acquisire una propria identità indipendente dagli altri nuclei familiari dei parenti. E' ovvio però che i genitori mantengono un ruolo importantissimo, i quali possono aiutare a migliorare la coppia molto più velocemente di quanto ci riuscirebbe da sola.
Concludo ricordandovi che anche Madre Natura si schiera su questa posizione: molti degli animali più intelligenti, dopo un periodo variabile di istruzione alla sopravvivenza con i propri genitori, si allontanano e formano una propria famiglia indipendente.
Quindi, se religione, psicologia, biologia e buon senso ci indicano una direzione positiva, cerchiamo di non impicciarci, di mettere un freno alle nostre paure e facciamo il meglio per noi stessi e per le persone che amiamo.
infatti i miei fanno il contrario di tutto questo, credono di aiutarmi mostrandosi attaccanti nei confronti del mio ragazzo che è di fuori... adesso per colpa loro mi trovo in bivio senza uscita con lui, non li vuole vedere lui ai miei, e per questo motivo i miei mi impediscono, anche minacciandomi di qualcosa di grave, di vederlo..
RispondiEliminaMai presenterei il fidanzato ai miei genitori in quanto si permettono di giudicare le tue scelte, i tuoi comportamenti nei conforti del fidanzato, di fare quello che vogliono, di intromettersi, fare una testa quadrata parlando del loro lavoro quando con il fidanzato posso e voglio comportarmi come voglio, fare quello che voglio.
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