Le origini della monnezza Napoletana
Versione 1.1 ?
Ovviamente non si risolve il problema semplicemente togliendo i rifiuti dal territorio, ma strutturando e incentivando un sistema che consenta una corretta gestione indipendente da parte della provincia. Se il governo italiano riuscisse in un impresa del genere, potremmo diventare un esempio per tutta l'Europa ed esportare un modello a prova di mafia e di cattive amministrazioni.
L'emergenza rifiuti in Campania, per i più giovani, è apparentemente cominciata nel 2008, durante l'ultimo governo Prodi e prima del governo Berlusconi IV, ma in realtà ha radici molto più profonde.
Le logiche di potere nella provincia di Napoli, così come in tutte le provincie storiche del sud Italia, sono sempre state un mistero, con connotati mafiosi, politici e anche folkloristici in alcuni casi.
L'abusivismo edilizio, ossia il costruire dove non si dovrebbe, ha fatto si che nella provincia di Napoli si arrivasse ad una densità di popolazione incredibile: circa 2.600 abitanti per kmq che, se confrontiamo questo dato con la media italiana di circa 200 abitanti per kmq, sono un numero 13 volte superiore alla normalità.
Anche se ci confrontiamo con la provincia di Roma, vediamo che lì non arriviamo nemmeno ad 800 abitanti per kmq.
Questa situazione, creata dagli interessi politici e camorristici per un edilizia insostenibile, ha instaurato uno squilibrio tra l'immondizia prodotta e quella che effettivamente poteva essere gestita, causando così un accumulo che dura da 17 anni. Ma non è tutto: se oltre a questo si aggiunge anche lo smaltimento dei rifiuti industriali di tutta Italia, in modi del tutto illeciti ovviamente, capirete facilmente che quello a cui assistiamo oggi non è altro che il risultato naturale di quello che è stato prodotto in questi anni.
La provincia di Napoli, da Wikipedia |
Nel 1994 così scoppia ufficialmente la prima emergenza rifiuti che tutt'ora è ancora lontana dall'essere risolta.
Le cause sono tantissime:
Le cause sono tantissime:
- ritardi nella pianificazione territoriale atta alla collocazione di tutte quelle strutture indispensabili alla risoluzione del problema. Non si possono accontentare tutti, c'è poca collaborazione e il risultato è l'impossibilità di intervento nel territorio.
- inadeguata gestione del riciclaggio dei rifiuti. Solo da pochi anni si è cominciato seriamente a fare la raccolta differenziata;
- interesse generale a fare in modo che l'emergenza continui. Oltre agli interessi mafiosi, politici e industriali, ci sono più di 30'000 posti di lavoro che cesserebbero immediatamente una volta risolta la crisi.
Analizziamo un po' di numeri per renderci contro della situazione, con la classifica dei kg di rifiuti prodotti (esclusi quelli clandestini):
La provincia di Napoli è la più piccola della Campania ma ha quasi 3 volte gli abitanti della provincia di Salerno, che ha un territorio 5 volte più grande. Se provate a guardare con attenzione la tabella successiva, capirete meglio quanto è diventato difficile risolvere il problema:
Un cittadino della provincia di Napoli in un giorno consuma 1,36 kg di rifiuti, quasi 300 g in più rispetto ad un abitante della provincia di Salerno. E questi sono solo i dati ufficiali, non oso immaginare quali siano quelli veri.
Il risultato è che, con una popolazione di circa 3 milioni di abitanti, la provincia di Napoli produce circa il 60% di tutti i rifiuti della Campania:
Con questi numeri, con più di 2.600 abitanti per kmq, non rimane quindi altra soluzione che gettare i rifiuti per le strade disabitate, accumulando masse maleodoranti che peggiorano le condizioni igienico sanitarie circostanti, distruggono l'intero patrimonio ambientale e abbassano drasticamente le esportazioni dei prodotti tipici della zona.
La Campania è davvero destinata a diventare la discarica d'Italia? Se non si cambia ci sono buone probabilità che questo accada.
La risoluzione del problema non è solo questione di soldi. Se è vero che per una soluzione servono miliardi di euro, è anche vero che se non si attua un cambiamento culturale, questi soldi serviranno solo ad arricchire i soliti politici e imprenditori disonesti, oltre che la Camorra ovviamente. È un cancro che può estendersi in tutta Italia, c'è assolutamente bisogno dell'aiuto di tutti per guarire.
Ho avuto l'occasione di conoscere dei Napoletani in questi anni, sicuramente avranno dei difetti, ma conosco pochi che come loro sono capaci di guardare avanti nonostante le difficoltà
Alcuni, per mantenere questo atteggiamento, fanno l'errore di ignorare i problemi facendo finta di niente, facendoci anche una risatina fuori luogo, ma almeno vanno avanti cercando di produrre qualcosa di positivo, seppur con un po' di egoismo.
Alcuni, per mantenere questo atteggiamento, fanno l'errore di ignorare i problemi facendo finta di niente, facendoci anche una risatina fuori luogo, ma almeno vanno avanti cercando di produrre qualcosa di positivo, seppur con un po' di egoismo.
Altri invece, oltre a guardare avanti, avanzano con una forza di volontà fuori dal comune, si impegnano per un cambiamento culturale e sociale che distrugga la camorra e la mala politica dall'interno.
Parlo di quelle super maestre che insegnano in ambienti ostili, dei lavoratori che hanno la forza di essere onesti tra i disonesti, degli eroici operatori ecologici che adesso lavorano senza sosta e con stipendi precare, dei semplici cittadini che si impegnano a fare una raccolta differenziata corretta e di tanta altra gente di buoni valori.
Parlo di quelle super maestre che insegnano in ambienti ostili, dei lavoratori che hanno la forza di essere onesti tra i disonesti, degli eroici operatori ecologici che adesso lavorano senza sosta e con stipendi precare, dei semplici cittadini che si impegnano a fare una raccolta differenziata corretta e di tanta altra gente di buoni valori.
Ma da soli non possono farcela. Al contrario delle correnti di pensiero della Lega Nord, è responsabilità di tutti noi italiani risolvere l'emergenza rifiuti, non possiamo lasciare soli i Napoletani.
I rifiuti napoletani sono un problema ITALIANO
Ovviamente non si risolve il problema semplicemente togliendo i rifiuti dal territorio, ma strutturando e incentivando un sistema che consenta una corretta gestione indipendente da parte della provincia. Se il governo italiano riuscisse in un impresa del genere, potremmo diventare un esempio per tutta l'Europa ed esportare un modello a prova di mafia e di cattive amministrazioni.
Ma a quanto pare ci sono altri interessi in gioco; forse dall'alto dei palazzi del potere aspettano che arrivi la peste ed il colera prima di intervenire seriamente.
Voglio però credere nell'impossibile, voglio credere che se tutti i Napoletani saranno uniti riusciranno a risvegliare il senso di unità nazionale, riusciranno ad ottenere aiuti dalle altre regioni, riusciranno a far abbassare la cresta alla Camorra, riusciranno ad eleggere politici capaci di dare voce alle esigenze reali della gente.
Al contrario dei film, nella realtà le mafie non possono essere sconfitte da uomini soli, che devono per forza fare la fine di eroi e martiri.
La mafia è un associazione criminale, per questo motivo per vincerla è necessario costruire insieme una associazione di persone oneste, che sia economicamente, militarmente e socialmente forte quanto basta a contrapporsi a questo nemico.
Ma se le forze dell'ordine diventano sempre più deboli, se la politica collabora con chi vuole il male dei cittadini, se gli imprenditori hanno come priorità il loro guadagno, come si può vincere la Camorra? Come si può solo sperare di poter combattere un avversario così ben organizzato?
Quando si pensa ad acquisire potere economico, il bene degli altri è solo un ostacolo, la tutela del territorio è solo un ostacolo, l'istruzione, la sanità e la giustizia sono solo ostacoli.
L'egoismo è il male della provincia di Napoli, e questo nemico può essere vinto solo vincendo la paura di cambiare, di cominciare a vivere come un elemento attivo di una struttura sociale e non come un individuo separato da tutto il resto.
Auspico che i napoletani riescano a vincere, uniti, tutte le paure che gli impediscono di guardare al futuro con ottimismo, di riprendersi il potere di creare il proprio futuro.
L'egoismo è il male della provincia di Napoli, e questo nemico può essere vinto solo vincendo la paura di cambiare, di cominciare a vivere come un elemento attivo di una struttura sociale e non come un individuo separato da tutto il resto.
Auspico che i napoletani riescano a vincere, uniti, tutte le paure che gli impediscono di guardare al futuro con ottimismo, di riprendersi il potere di creare il proprio futuro.
Alla prossima.
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