Perdonare: l'atto d'amore per eccellenza
Versione 2.0 ?
Quante volte ci siamo trovati di fronte alla prova del perdono? Che sia un amico o un parente, perdonare è inevitabile quando vogliamo costruire dei rapporti sociali di alto valore.
Quante volte ci siamo trovati di fronte alla prova del perdono? Che sia un amico o un parente, perdonare è inevitabile quando vogliamo costruire dei rapporti sociali di alto valore.
Anche se molti si ostinano a non
accettarlo, l'amore è direttamente proporzionale alla capacità
di perdonare: questo non vuol dire che chi non sa perdonare non
ama, significa solo che non sa amare bene.
L'amore non è solo un sentimento, l'amore è soprattutto una capacità.
Di conseguenza:
- chi è capace di perdonarsi sa a sua volta perdonare;
- chi sa comprendere se stesso e rimediare ai propri errori, può comprendere gli altri ed aiutarli a rimediare ai loro errori.
- chi sa amarsi può davvero amare gli altri;
- ecc...
Troppe volte si vedono coppie che
dicono di amarsi alla follia e che poi vedono scemare il loro amore
al primo grave errore del loro partner, oppure persone che dicono di
amare il proprio paese e che non tollerano nemmeno il loro vicino di
casa.
Senza perdono l'amore non può durare,
non può rinnovarsi:
Per una vita piena di amore e di pace, è necessario imparare a perdonare.
Per capire cosa è il perdono può
essere utile il dizionario:
Perdono:
remissione di una colpa e del relativo castigo.
Rimettere la
colpa significa rivalutare la responsabilità di un danno
o un errore, ricercando le motivazioni nell'animo del colpevole, nel
suo passato e negli obiettivi che ha per il futuro.
Non bisogna confondere colpe e
responsabilità:
- colpa significa “azione che produce un effetto negativo”, è una responsabilità che ha alla base degli effetti negativi.
- responsabilità, deriva dal latino rispondere, e più o meno significa “abilità di rispondere”. Dobbiamo vederla come un qualcosa di oggettivo che solo dopo un'accurata analisi può diventare un merito o una colpa.
Però, nessuno nasce cattivo, spesso si
agisce male per dei danni subiti da altri, o da se stessi, sia
volontariamente che involontariamente; questi danni possono essere di
vario tipo:
- un'influenza sociale negativa (esempi inopportuni, educazione sbagliata, compagnie poco raccomandabili, ecc...);
- danni psicologici o fisici inflitti da persone con un forte legame affettivo;
- ogni altra sofferenza provocata e non superata in modo positivo.
Spesso si fa del male per paura che
si ripeta una situazione spiacevole del passato, si segue il
proprio ego che spietatamente porta a proteggere se stessi, senza
pensare all'incolumità fisica o mentale degli altri.
Una persona che si comporta male è
spesso incapace di vedere tutti gli effetti dei suoi errori,
perché la sofferenza che ha visto in passato ha inibito la sua
sensibilità verso il prossimo. Può esser troppo presa dal suo ego,
forse perché è piena di rabbia, odio e altri sentimenti negativi.
Chi si trova in questa condizione può
non avere i mezzi per affrontare le sue paure, quindi, per
sopravvivere, ha bisogno di prendere le cose positive degli altri,
aumentando le probabilità di recare danno al prossimo e/o a se
stesso.
La cattiveria non è un fine, ma l'effetto di un atteggiamento egoistico.
Rimettere il
relativo castigo è un concetto che spesso viene confuso;
a volte la gente pensa che sia un semplice condono della pena.
Ci tengo invece a specificare che chi sbaglia deve assumersi le
responsabilità delle sue azioni. Una
“penitenza” appropriata al danno recato è necessaria per il
miglioramento e la rieducazione dell'individuo, e dovrebbe essere
focalizzata sull'applicazione di un rimedio/soluzione al danno procurato.
Invece, una pena proporzionata all'odio
delle vittime e scaturita dalla voglia di vendetta non serve a
nessuno; la vittima non troverà pace ugualmente, il carnefice (o un
altro come lui) potrà continuare a fare del male, proprio perché
non è stata trovata una soluzione del problema.
Ci tengo ad evidenziare che perdonare
non vuol dire essere indifferenti al male e, soprattutto, non
è dimenticare. A maggior ragione sottolineo che comprensione
non vuol dire approvazione.
Perdonare è un atto che non va
sottovalutato, perché ha effetti positivi sia su se stessi che
sugli altri. Molte volte ci creiamo dei blocchi psicologici proprio
perché non siamo riusciti a perdonare. Si può finire così per
odiare un'intera categoria di persone a causa di pochi casi isolati.
Quante persone conoscete che odiano un
certo genere di individui facendo di tutta l'erba un fascio? È
evidente che ragionare così non è salutare, si vive male e non si
risolve in NESSUN MODO il vero problema che ha causato il danno.
Ma, in pratica, come si fa a
perdonare?
La prima, semplice, fondamentale
premessa è che è necessario amare, volersi bene, provare una
qualsiasi forma d'affetto. Solo dall'amore si può trovare il
coraggio di affrontare le persone che ci hanno fatto del male, sia se
si tratta del prossimo che di noi stessi.
Se cominciamo a perdonare perché “si
deve fare”, per “quieto
vivere” o per “evitare
problemi”, spesso si fallisce miseramente, mancando il
più delle volte di rispetto a se stessi.
Spesso, quando veniamo danneggiati,
usiamo le nostre energie per individuare un colpevole su cui
addossare tutto il male che si è creato, ma a cosa serve? Questo
atteggiamento si ripercuote su noi stessi poiché, quando saremo
colpevoli, ci addosseremo più del male realmente creato.
Se invece, anziché trovare un
colpevole, cominciamo a ragionare sulle vere responsabilità
di vittima e persecutore, possiamo trovare ciò che ha originato il
problema e comprendere meglio la situazione e formulare un rimedio.
Il perdono è soprattutto
comprensione, l'uno non può esserci senza l'altra. Solo dopo
questo processo e possibile rimuovere colpe e castighi.
Per capire se
il perdono ha avuto effetto è abbastanza semplice, almeno
a parole: se si pensa al danno che ci è stato fatto, non si provano
sentimenti negativi che ci fanno ancora soffrire.
Quando il perdono ha effetto si guarda al peggiore dei passati con serenità, con la pace nel cuore.
Se pensando al torto subito sentiamo
ancora male, dobbiamo tornare ad impegnarci per comprendere meglio
ciò che è accaduto, tenendo ben presente che il Passato è
passato e non va confuso con le situazioni attuali che
richiederebbero un discorso a parte.
Spesso perdoniamo gli altri nello
stesso modo in cui perdoniamo noi stessi, quindi attenti quando
sentite odio per qualcuno, questo male un giorno potrebbe ritorcersi
su di voi quando vi sentirete colpevoli.
Il perdono è sempre un argomento
difficile da affrontare, sicuramente poco condivisibile.
Probabilmente quando mi capiterà un male così grande da non
riuscire a perdonare penserò a tutto quello che ho scritto oggi come
ad una stupidaggine.
Ma per ora mi sto trovando bene così,
per questo mi è sembrato giusto condividere le mie scoperte con voi.
Alla prossima.
Lo sciocco non perdona e non dimentica. L'ingenuo perdona e dimentica. Il saggio perdona, ma non dimentica.
Thomas Szasz
Con la misericordia il mondo diventa più giusto
Papa Francesco I
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