Il dopo Tsunami in Giappone - Novembre 2011
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Dopo lo Tsunami dell’11 Marzo 2011, dopo qualche mese di attenzione da parte dei media, si è smesso di parlare di questa orribile tragedia giapponese.
Forse perché in Italia abbiamo problemi più grandi, forse perché conveniva non parlare del Giappone, oramai ne sappiamo ben poco della situazione attuale, compreso me che solo quando sono andato al Lucca Comics&Games, quando ho ricevuto un opuscolo che il JNTO (Ente nazionale Giapponese per il Turismo) ha distribuito in tutto il mondo in diverse lingue, il mio pensiero è tornato agli eventi di Fukushima.
E se era sfuggito di mente a me, che ho anche scritto due post sull'argomento, figuriamoci gli altri. Ora che ho letto questo materiale, presente anche sul sito JNTO come file di testo, vi riassumo un po’ la situazione.
Il documento si apre con la mappa che ho messo sopra, molto utile, e con l'introduzione del JNTO alla problematica più grande del turismo giapponese: il timore dei turisti per la propria salute, viste le massicce fughe radioattive di Fukushima.
Già da questo preambolo, scusate la mia malizia, purtroppo vedo un conflitto di interessi che non può rendere obbiettivo questo documento, ma in ogni caso ci sono informazioni che ci fanno capire meglio come il Giappone stia reagendo positivamente allo tsunami: non oso immaginare cosa avrebbe fatto l'Italia al suo posto.
Dopo gli eventi dell’11 Marzo 2011 la regione del Tohoku, quella colpita dallo Tsunami, è stata prontamente ricostruita e già dopo 7 mesi le autostrade e le linee di alta velocità sono già operative. Nonostante ci siano altissimi livelli di radiazione, la situazione vicino la centrale di Fukushima si è stabilizzata e non ci sono più fughe di materiale radioattivo. Pensate che Sendai, la città più grande del Tohoku, sarebbe già da mesi in grado di accogliere i propri turisti. Anche se non c'è più fuga di materiale, anche se il documento non ne parla specificamente, bisogna dire che il livello di radiazioni rimane comunque molto alto.
Per quanto riguarda il resto del paese, Tokio, a 236 km da Fukushima, dopo i primi giorni di shock si è ripresa subito e ha continuato a rivivere con tutte le sue normali attività. I trasporti di tutto il Giappone funzionano perfettamente con la loro solita efficienza.
Vedete quel cerchio giallo sulla mappa? Quel cerchietto è il raggio di 30 km che rappresenta l’area vietata per alto livello di radiazioni e oltre questa area "si dice" che siano improbabili i problemi di salute dovuti alla radioattività (!?). Un po' troppo ottimistica questa previsione, ma sono i "dati ufficiali".
Si dice anche che il cibo e l’acqua sono ad un buon livello di sicurezza, e su questo ci credo un po’ di più, anche se sicuramente con una radioattività sopra la norma. Le autorità giapponesi impediscono la distribuzione e il consumo di prodotti alimentari che contengano alti livelli di radioattività, i quali vengono monitorati costantemente. A prova di questo dato, anche le assicurazioni sanitarie di tutto il mondo coprono normalmente tutti i viaggi in Giappone, ad esclusione delle zone vietate.
Concludendo, penso sia normale che il Giappone stia facendo di tutto per riprendersi e, se penso che ci sono persone che vivono lì tutti i giorni e riescono a stare con buona salute, credo che un viaggetto di una settimana non faccia male a nessuno. Purtroppo un po' di bugie fanno parte dei meccanismi di sopravvivenza giapponese, ma al posto loro cosa fareste? Non condivido, ma comprendo solennemente le loro esigenze.
In ogni caso, considerò i giapponesi un grande popolo, sia perché si sta riprendendo alla grande, sia perché sta sopportando il peso di una tragedia che ha fatto aprire gli occhi al mondo sull'uso delle tecnologie nucleari. La stragrande maggioranza dei paesi del mondo ha iniziato il processo di abbandono del nucleare a favore delle energie rinnovabili proprio dopo lo tsunami.
La sofferenza, se si supera, ci rende ancora più forti. Questa è la grande lezione che il Giappone ha avuto l'onore di ricordare all'umanità.
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